Endocardiosi valvolare ed insufficienza mitralica
L’endocardiosi valvolare è causata da un processo degenerativo (degenerazione mixomatosa) nel quale i lembi valvolari sono ispessiti con aspetto nodulare con perdita graduale del collabimento dei lembi stessi durante la sistole ( fase di contrazione) del cuore. La degenerazione mixomatosa riconosce una predisposizione di razza, ma sono i fattori scatenanti che peggiorano la conformazione delle valvole cardiache
La valvola tende quindi a non chiudere correttamente e si assiste a un rigurgito di sangue nell’atrio sinistro (insufficienza o rigurgito mitralico) che all’auscultazione del cuore viene percepito come un soffio.
I sintomi più comuni che devono mettere in allarme il proprietario sono la tosse, la facile
affaticabilità, episodi di debolezza e alle volte fenomeni sincopali (caduta repentina a terra con perdita di coscienza).
Questi sintomi si presentano con maggiore frequenza mano a mano che la malattia si aggrava e negli stadi più avanzati può anche comparire ascite (distensione addominale) con presenza di liquido.
Alla base di questa malattia gioca un ruolo molto importante la salute della bocca. In seguito alla formazione del tartaro dentario si accumula una grande quantità di germi nella sacca gengivaria ed attorno alla placca dentaria questi batteri una volta entrati nel circolo ematico vengono trasportati col sangue al cuore, depositandosi sui margini ispessiti con profilo irregolare provocando l’endocardiosi ed aggravando il quadro clinico; inoltre questi batteri vanno a depositarsi anche nel rene provocando glomerulonefriti.
Le razze maggiormente predisposte sono: Yorkshire, Maltese, Carlino, Barboncino, Bassotto, Cavalier king Charles Spaniel ecc. in tutte quelle razze di taglia media piccola dove la frequenza è più alta ed il lavoro cardiaco è superiore.
La prevalenza di insorgenza è nel 75% dei casi dai 6 anni di età in sù.
Nel soggetto cardiopatico affetto da insufficienza mitralica un ruolo importantissimo è dato dal peso, spesso sono soggetti in sovrappeso o che fanno una alimentazione sbagliata in associazione ad una cattiva igiene dentale ed una alterata funzionalità renale.
La tossicità e l’acidità del sangue altera la funzionalità elettrica del cuore che perde anche di tonicità muscolare con conseguente sfiancamento atriale dovuto al reflusso di sangue dal ventricolo nell’atrio .
La dilatazione atriale (rigonfiamento dell’atrio) e’ responsabile della pressione sul bronco sovrastante provocando tosse .
Il sovrappeso nel soggetto cardiopatico è un elemento determinante di aggravamento .
In alcuni casi basta ridurre il sovrappeso per avere un miglioramento notevole del quadro clinico specie nelle forme iniziali di insufficienza mitralica non scompensate
La terapia di un cane affetto da insufficienza mitralica prevede farmaci che riducono il lavoro cardiaco riducendo la pressione e in alcuni casi li dove è presente modulare l’eccitabilità cardiaca responsabile dell’alterazione del ritmo cardiaco
In aggiunta ad i farmaci si associa una dieta di alto valore nutrizionale integrando con antiossidanti, amminoacidi essenziali, vitamine ed oligoelementi, migliorare la funzionalità renale ed epatica, ripristinare la flora intestinale spesso alterata dai farmaci cardiaci ed diuretici, ma soprattutto curare l’infezione della bocca con eventuali estrazioni dentarie.
Col tempo la situazione si aggrava perché è sempre maggiore la quantità di sangue che rigurgita nell’atrio sinistro che inizia a dilatarsi. Negli stadi più avanzati sia atrio che ventricolo sinistri si presentano gravemente dilatati e si può arrivare anche alla rottura atriale, con morte improvvisa.
Contemporaneamente aumenta la pressione nell’atrio sinistro, nelle vene polmonari e nei capillari polmonari portando a congestione ed edema polmonare.
Purtroppo a tutt’oggi l’endocardiosi mitralica è una malattia curabile ma non guaribile con tendenza nel tempo al peggioramento, nonostante la terapia.
La diagnosi si basa sulla visita clinica e su esami diagnostici che il medico veterinario di volta in volta proporrà al proprietario. Alla visita clinica si può evidenziare dimagramento, tachipnea (respiro accelerato), tachicardia, soffio cardiaco importante, eventualmente aritmie.
Gli esami diagnostici sono sostanzialmente l’elettrocardiogramma, la radiografia del torace,
l’ecocardiografia e l’esame del sangue. In particolare, con la radiografia toracica si possono
evidenziare le dimensioni esterne del cuore e il grado di congestione polmonare, con l’elettrocardiogramma si nota la presenza o meno di aritmie, con l’ecocardiografia si valutano le dimensioni delle camere cardiache, lo stato della contrattilità del cuore e l’entità del rigurgito.
In presenza di insufficienza mitralica sintomatica deve essere iniziata subito la terapia.
Questa consiste inizialmente nella somministrazione di un diuretico e di un vasodilatatore per contrastare il sovraccarico di sangue sul cuore e la congestione polmonare.
Quando la sintomatologia peggiora nonostante la terapia si possono aggiungere altri presidi terapeutici come la digossina, un altro diuretico e farmaci con la proprietà di aumentare la contrattilità del cuore e la vasodilatazione (Pimobendam)
L’uso dei farmaci cardiaci come Ace Inibitori, diuretici, Pimobendam vanno dosati in base alla risposta del paziente anche in funzione dello stato di salute del rene altrimenti si rischia di sovra dosare il farmaco con effetti molto gravi prima fra tutti un collasso ed una insufficienza renale a volte letale.
Non basta affidarsi ad i protocolli terapeutici il dosaggio deve essere personalizzato anche in funzione della sensibilità del cane tenendo presente di eventuali patologie presenti, stato di idratazione, temperatura ambientale. Un esempio è l’insufficienza renale se un cane ha problemi renali il dosaggio sarà dimezzato; a volte si deve cambiare farmaco e principio attivo perchè magari non riesce a sopportarlo .
Trattare un cuore senza curare l’organismo nel suo insieme è come fare una terapia a metà; i risultati sono scarsi e la malattia evolve velocemente.